Il progetto Hospitis punta a mettere in rete i piccoli borghi italiani in un’ottica di recupero e rilancio sia per i turisti sia per i residenti, così da permettere ai visitatori di vivere il borgo come un autoctono. Tra i partner di progetto figura l’Associazione Nazionale Alberghi Diffusi e abbiamo allora incontrato il suo presidente, Giancarlo Dall’Ara.
Presidente Dall’Ara, esattamente di cosa si occupa l’Associazione Alberghi Diffusi?
L’Associazione Alberghi Diffusi si occupa di promuovere l’idea e la nascita degli alberghi diffusi e tutelarne il marchio, difenderlo facendo vedere che questa modalità di fare turismo non solo caratterizza la proposta di ospitalità, ma è anche un marchio di qualità, una garanzia per chi sceglie gli alberghi diffusi.
Come giudica, dalla sua esperienza, il progetto Hospitis che vi vede coinvolti?
È un tema di grande attualità quello della rigenerazione dei borghi. Dal 2017 in Italia c’è un gran parlare delle problematiche relativa ai borghi, si tengono convegni e riunioni, non ultimo un bando imponente che per la prima volta rivaluta la vita all’interno dei borghi stessi. Col PNRR verranno stanziati in tal senso 1 miliardo e 800 milioni di euro, ma proprio per questo all’attenzione generale inizia a far seguito l’esigenza di una progettualità concreta. Hospitis si inserisce in questo filone, porta avanti l’idea di mettere in rete alcuni borghi con determinate caratteristiche, propone da un lato ai visitatori e d’altro ai residenti l’idea di un borgo vivo e vivace, non solo esperienze di visita in un luogo museificato e spopolato. È necessario trovare borghi che oltre all’aspetto turistico offrano una comunità viva, un’esperienza di vita, il concetto di residente temporaneo funziona se in quei borghi c’è la possibilità effettiva di vivere come i residenti, di fare delle belle esperienze, ma questo vale solo se il borgo è vivo, se è spopolato chiaramente non ci sarà molto da fare.
In conclusione, cosa si augura per la riqualificazione dei borghi italiani e degli alberghi diffusi?
Innanzitutto dobbiamo dire che il destino degli alberghi diffusi è legato a doppio filo al destino dei borghi, il modello degli alberghi diffusi è nato appositamente per i borghi. Resort, alberghi, camping o residence hanno altre destinazioni e altri usi, tipo mare o grandi città d’arte, realtà completamente diverse. Da qui nasce il nostro grande interesse per i progetti che valorizzano le piccole realtà e lo sviluppo dei borghi, questo premia la scelta degli imprenditori quando aprono gli alberghi diffusi. Ribadisco che il legame borgo – albergo diffuso è indissolubile. Per quanto concerne il futuro, ci aspettiamo intanto un forte aumento del numero degli alberghi diffusi nei prossimi anni. Al momento sono circa 250, ma noi pensiamo che con il bando PNRR possano nascerne almeno altri 100, arrivare fino a 350 circa. Un forte contributo arriverà anche dallo sviluppo di Hospitis: anche se forse non tutti i Comuni aderenti alla rete riusciranno ad aprire un albergo diffuso, la maggior parte dovrebbe farcela con successo. Prevediamo un numero non inferire ai 400 alla luce delle stime complessive, uno scenario di grande sviluppo che fa di questa modalità d’ospitalità un’eccezione visto come sta andando il turismo in linea generale. Noi sosteniamo un ritmo di crescita elevato, rappresentiamo un’eccezione positiva in uno scenario che ha subìto una contrazione molto forte dopo la pandemia. L’albergo diffuso inoltre si sta diffondendo in tutto il mondo, a titolo meramente esemplificativo ne troviamo già in Romania e Germania e tra qualche mese ne apriranno anche in Giappone, qualche tempo fa abbiamo aperto il primo albergo diffuso in Africa. Questo è un dato importante perché ogni albergo diffuso che nasce all’esterno promuove l’Italia in quanto questo modello nasce proprio qui, è basato sulle nostre piccole realtà locali, all’estero mantiene il nome in italiano e quando un turista vede o va in un albergo diffuso all’estero pensa poi che ci sia l’originale qui e viene stimolato a visitare l’Italia. Viviamo una situazione unica, irripetibile nella storia del turismo italiano, non c’è mai stato un modello di ospitalità italiano così di successo, solitamente noi li abbiamo importati, cito per esempio i resort o i bed and breakfast, come suggeriscono i nomi medesimi, ma anche il concetto di agriturismo arriva dall’estero. Ora, invece, per la prima volta noi esportiamo una modalità di accoglienza totalmente rivoluzionaria. Il progetto Hospitis per noi è e sarà una grande opportunità in quanto ci permetterà di portare nuovamente il borgo al centro del dibattito e di creare una nuova ed estesa rete di alberghi diffusi, permettendo a turisti e residenti una continua osmosi foriera di ricadute sui territori.
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