Il Gestore dei Servizi Energetici mette a disposizione ogni anno grandi somme sotto forma incentivi a fondo perduto per l’efficienza energetica nelle Pubbliche Amministrazioni, tuttavia spesso questa opportunità non è sfruttata da sindaci e amministratori locali.
Ne parliamo con Eleonora Egalini, della Funzione Promozione e Assistenza alla PA del GSE.
Allo scopo di rompere il muro della disinformazione il GSE ha avviato recentemente una serie di azioni ed iniziative utili a diffondere la consapevolezza sull’utilizzo degli incentivi per l’efficienza energetica nelle Pubbliche Amministrazioni. La parola d’ordine del GSE, azienda dello Stato, è: fare informazione e avvicinarsi agli utenti finali con un linguaggio semplice e concreto.
Abbiamo visto tale principio applicato nei fatti, a Berceto, nell’appennino Parmense, dove Eleonora Egalini, inviata da Roma lo scorso 25 ottobre, ha incontrato la cittadinanza ed inaugurato con il Sindaco una casa di riposo riqualificata energeticamente grazie agli incentivi di Conto Termico e Certificati Bianchi.
Primissime indicazioni per un sindaco su come sfruttare gli incentivi per l’efficienza energetica nelle Pubbliche Amministrazioni e quindi il Conto Termico. E’ comunque e sempre vantaggioso?
Mi sento di dire molto serenamente che non ha alcuna controindicazione perché è un finanziamento pubblico a fondo perduto che consiste in un bonifico erogato direttamente sul conto corrente del Comune dopo due o tre mesi dalla fine dei lavori che si può sommare anche ad altri finanziamenti fino al 100% delle spese ammissibili.
Quindi può addirittura azzerare, a valle di una virtuosa ingegneria finanziaria, i costi di un intervento di riqualificazione energetica realizzati su di un edificio pubblico.
É quindi realistico riuscire a fare in modo che tale intervento abbia per un Pubblica Amministrazione costo pari a zero.
Prima nell’incontro lei parlava di un piano di supporto rivolto alle PA che il GSE ha avviato recentemente. Ci può dire qualcosa di più?
Io in seno al GSE rappresento una funzione che fa promozione e supporto alle pubbliche amministrazioni, quindi si tratta di supportarle su richiesta là dove avessero bisogno soprattutto di indicazioni preliminari: come si configura una richiesta d’incentivo, se determinati interventi si possono ritenere ammissibili, etc.
A livello di promozione, quello che abbiamo fatto oggi qui a Berceto è un esempio. Stiamo cercando di muoverci, siamo in 8 operatori, per arrivare in più posti possibili perché quello che sconta il Conto Termico è l’ancora un’eccessiva scarsa conoscenza delle grandi opportunità che mette a disposizione.
Dal suo punto di vista in un contesto di rigenerazione urbana e sociale dei piccoli comuni, quindi di comuni periferici che hanno tutte le loro problematiche di spopolamento, le comunità potrebbero trovare negli incentivi per l’efficienza energetica dei vantaggi immediatamente tangibili?
Questi interventi di riqualificazione hanno benefici sul breve, sul medio e sul lungo termine. Sul breve sicuramente una migliore vivibilità all’interno degli edifici resi più confortevoli; sul medio costi radicalmente inferiori legati ai consumi energetici e quindi alle bollette, con l’immediata maggiore disponibilità in quanto a flusso di cassa da parte dell’amministrazione, sul lungo periodo una vita più lunga e sana nell’ambito della struttura riqualificata e un risparmio economico che, mantenendosi costante, negli anni e nei decenni assume proporzioni molto consistenti.
Come dicevo inizialmente il conto termico è un’opportunità e non ha nessuna controindicazione. Quindi se viene utilizzato per riqualificare spazi pubblici adibiti a funzioni commerciali implementando, magari anche grazie ai Certificati Bianchi, reti di mobilità elettrica sostenibile, sicuramente può aiutare i borghi come incentivo al non abbandono o addirittura in direzione di un ripopolamento.
L’Italia è uno dei paesi in Europa che ha gli incentivi più sostanziosi, eppure la riqualificazione energetica profonda degli edifici, che in Nord Europa progredisce da una quindicina d’anni ormai, in Italia stenta a decollare: qual è il suo punto di vista in merito a questo?
Il mio punto di vista è che si tratta di una questione principalmente culturale, tuttavia i numeri che derivano dalla reportistica tecnica del GSE sui vari meccanismi di incentivo, sottolineano una crescente richiesta di finanziamenti. Quindi si tratta sicuramente di un processo in evoluzione.
Siamo sicuramente ancora distanti da una vera e propria cultura diffusa tout court, però io penso che ci stiamo arrivando pian pianino. Un cambiamento culturale non impiega un anno ad avvenire, quindi è un procedimento lento. Ma siamo certamente sulla strada giusta.
Può sembrare che incentivi come il Conto Termico e le azioni di riqualificazione energetica siano più vantaggiosi nel Norditalia, dove ci sono spese di riscaldamento più alte, piuttosto che nel Centro-Sud, dove questo costo annuo è molto inferiore. Secondo lei conviene sempre a prescindere dalla collocazione geografica?
Non ho dubbi. A Trento il progetto che beneficerà del Conto Termico deve essere diverso da quello che si realizza ad esempio in Puglia, però certo che si, anche se si cambia impianto di climatizzazione, cambiare gli infissi se ne beneficia anche a Palermo. Inoltre negli insediamenti urbani, anche molto piccoli, localizzati nelle aree che hanno bassi costi di riscaldamento è più facile arrivare ad una vera e propria indipendenza energetica.
Quindi non ho dubbi, la posizione geografica non penalizza gli interventi di riqualificazione. Alcuni sono più diffusi e consigliabili in alcune zone piuttosto che in altre, però interventi di efficienza sono consigliabili e utili per tutto il territorio.
Immagino che vanno implementati ad hoc a seconda della situazione…
Esatto, come dicevo, è fondamentale prevedere già nella progettazione la richiesta finale di incentivo. Perché occorre tarare i coefficienti rispetto alle richieste tecniche dei vari decreti e questo può dare accesso ai vari finanziamenti pubblici.
La sua opinione rispetto alla recente opinione del Ministro Franceschini di portare al 90% il bonus detraibile sul rifacimento delle facciate?
Occorre precisare che in questo caso si sta parlando di Ecobonus, quindi di un programma di incentivi per i privati le cui detrazioni fiscali non si possono sommare a quelle del Conto Termico.
Premesso questo. Ce n’è talmente tanto di lavoro da fare che non vedo nessun motivo ostativo allo sviluppo di altri meccanismi. Anzi mi verrebbe da dire… ben vengano tutte le altre proposte possibili e immaginabili per riqualificare il patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato. Perché di esigenza ce n’è tantissima, di finanziamenti anche.
Ovviamente il bonus detraibile dell’Ecobonus per i privati ha un altro tipo di appeal rispetto all’incentivo a fondo perduto che dona il Conto Termico, però è chiaro che è più semplice e più conosciuto. Non lo vedrei certo come competitor.
Inoltre, è da ammettere che il tema facciata in Italia è importante. Anche da cittadina, una bella facciata fa la differenza, quindi mi verrebbe da dire che può essere un ulteriore stimolo.