La storia della Cooperativa di Comunità dei Sibillini, che opera dal 2018 tra il Maceratese e l’Ascolano, parte dalla trasformazione di un evento catastrofico in occasione per rilanciare l’economia locale. Nata dopo il terremoto del 2016, la sua è una storia di determinazione e amore per la propria terra, una delle tante piccole vicende esemplari che popolano l’Italia dei Borghi, l’altra metà dell’Italia. Ne parliamo con Ugo Pazzi, presidente della Cooperativa.
1 Qual è stato il bisogno o la ragione che ha contribuito maggiormente alla costituzione della vostra Cooperativa? Come si è formata?
La Cooperativa di Comunità dei Sibillini si è formata attorno all’urgenza di una ripresa economica e sociale nel nostro territorio dopo il Terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016. Parliamo nello specifico dell’area compresa tra le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Il sisma ha messo la zona in ginocchio, in particolare i settori del turismo e dell’agroalimentare avevano bisogno di un aiuto concreto. Da qui è iniziato un percorso pensato per riprendere queste attività sotto forma associata.
Nel 2016 Slowfood si è resa subito disponibile a sostenere la comunità locale secondo un programma semplice: noi della comunità eravamo tenuti a realizzare progetti di valore per i quali loro come associazione avrebbero fornito un sostegno economico iniziale.
Il programma si sviluppava in 3 fasi
- 1) La creazione di un presidio locale di Slowfood
- 2) L’attivazione nella nostra zona del progetto “Mercato della Terra”
- 3) La creazione di una Cooperativa di Comunità
Nel frattempo abbiamo anche chiesto il sostegno a Legacoop Marche, grazie alla cui collaborazione siamo riusciti ad aggiudicarci un finanziamento relativo al bando Centro Italia Reload.
Abbiamo così ottenuto 21.000 Euro per la creazione di un cluster di servizi e imprese finalizzati alla proposta di pacchetti turistici, un contributo fondamentale per il momento di partenza del nostro progetto.
Siamo approdati così alla formazione della Cooperativa di Comunità dei Sibillini nel maggio del 2018, possiamo quindi definirci una realtà molto giovane.
2 Quali sono le attività economiche che caratterizzano la Cooperativa di Comunità dei Sibillini?
La Cooperativa si occupa principalmente dello sviluppo turistico nell’area dei Monti Sibillini e della commercializzazione di prodotti agroalimentari della stessa zona.
Il progetto della Cooperativa di Comunità fu subito visto e partecipato con entusiasmo dagli operatori delle strutture ricettive locali, in quanto fino a quel momento in tante occasioni si era proposto e discusso e ridiscusso di possibili iniziative per rilanciare il turismo, buoni propositi che però non riuscivano a trovare una progettualità e soprattutto azioni adeguate.
Mancava un soggetto in grado di canalizzare le risorse presenti sul territorio e di sistematizzarle sotto forma di progetti in grado di generare valore.
In questo senso la Cooperativa di Comunità è stata un soggetto aggregatore, la sentita partecipazione da parte degli operatori locali ha certamente avuto un’importanza determinante.
Il Presidio di Slowfood ha aiutato a diffondere l’immagine dei Monti Sibillini come terra del cibo di qualità, anche questo ha certamente influito a convogliare su di noi l’attenzione di un pubblico interessato al turismo alternativo e sostenibile.
Il recente acquisto di 9 Mountain Bike assistite, che sono un mezzo molto efficace per vivere e assaporare il nostro territorio, sono un’altra delle nostre attività per rivolgerci a persone di un certo tipo.
A fianco di questo abbiamo progettato e organizzato eventi in grado di creare attrattiva sempre verso un’utenza selezionata. Come il Rally Europeo degli Idrovolanti, che ha fatto tappa al Lago di Gerosa, dedicato ad un pubblico in qualche modo d’élite.
In altre parole ci siamo rivolti alle persone che sono interessate a vivere il turismo come esperienza, quindi in grado di apprezzare il valore unico di ogni territorio che ha saputo mantenere la sua identità locale.
Altra nostra recente iniziativa è stata l’inaugurazione del Food Truck, un negozio mobile donato alla Cooperativa di Comunità dei Sibillini grazie al progetto “La Buona Strada” promosso da Slow Food Italia.
Al progetto ha aderito Autogrill S.p.a. che, attraverso i fondi raccolti con l’iniziativa “Abbraccio Marche”, poi donati a Slow Food, ha reso possibile l’acquisto del furgone attrezzato.
Il negozio su quattro ruote è a disposizione dei produttori per promuovere le loro eccellenze enogastronomiche.
3 Una Cooperativa di Comunità tendenzialmente nasce grazie all’unione di cittadini o persone appartenenti ad una stessa comunità. Come è costituita la base sociale della vostra Cooperativa?
La nostra Cooperativa è costituita da imprenditori turistici, imprenditori agricoli, cooperative sociali (2 in totale), e da alcuni singoli cittadini in grado di dare un aiuto attraverso le loro competenze. Io stesso, che prima di tutto sono agronomo, appartengo a quest’ultima categoria.
4 La Cooperativa di Comunità ha una valenza economica e sociale al tempo stesso. Nel vostro caso è prevalente una rispetto all’altra?
In generale il vantaggio economico porta anche un vantaggio sociale, pertanto anche nel nostro caso è difficile distinguere in ogni azione la valenza sociale da quella economica in quanto sono strettamente connesse e interdipendenti.
Una Cooperativa di Comunità si deve sostenere economicamente tenendo conto dei criteri di inclusione e partecipazione, la partita consiste nel mantenere il giusto equilibrio tra queste due dimensioni.
5 La legislazione regionale o nazionale hanno favorito o complicato la nascita della vostra Cooperativa?
Non essendoci una legislazione specifica per le Cooperative di Comunità diciamo che nessuna delle due ci ha ne’ ostacolato ne’ favorito. In mancanza di direttive più precise seguiamo le regole e le leggi delle società cooperative vere e proprie. Credo che un chiarimento della normativa in merito ed un necessario coordinamento tra le istituzioni in tal senso sarebbe molto utile a spianare la strada ad altre realtà.
Questo perché la forma Cooperativa di Comunità ha un potenziale notevole per i centri urbani di piccole dimensioni, è una forma di cooperazione innovativa in quanto consente nuove modalità di gestione delle risorse e delle economie locali, oltre che l’adozione di buone pratiche che diventano patrimonio della comunità locale.
6 Quanto l’iniziativa individuale è stata importante nella nascita del vostro progetto cooperativo rispetto all’ausilio e all’accompagnamento da parte dell’istituzione?
L’iniziativa individuale è stata molto importante per la nascita della coop ed è stato fondamentale anche il contributo di Lega Coop Marche con il bando Centro Italia Reload, che ci ha permesso di scrivere il progetto e poi realizzarlo concretamente.
All’inizio l’esperienza è stata in qualche modo “verticale”, dall’alto verso il basso, da parte di persone in prima linea, dotate di conoscenze specifiche, che hanno trasferito le informazioni agli altri. É stato un po’ come, in un’azienda tradizionale, prendere il know-how del gruppo manageriale e trasmetterlo a tutti i reparti e dipendenti.
In effetti l’identità della nostra Cooperativa è data, tuttora, da alcune figure di riferimento che si sono messe in prima linea e che hanno funzionato da catalizzatore delle risorse locali, le quali hanno partecipato attivamente, ma in qualche modo “a seguito di” suggerimenti ed indicazioni di pochi. Stiamo tuttavia lavorando per raggiungere un’identità maggiormente partecipata e condivisa della Cooperativa.
7 Quale suggerimento dareste a chi vuole far nascere una Cooperativa di Comunità? Su cosa puntare e a cosa fare più attenzione?
Sicuramente punterei su un’adeguata selezione di persone che dovrebbero costituire un buon nucleo di partenza e con cui condividere gli obiettivi della Cooperativa fin dall’inizio. Gli aspetti economici finanziari sono importanti ma vengono dopo il primo aspetto.