Favorire la ripresa dopo il Lockdown con una valuta locale: il BIC, per stimolare il turismo di prossimità e condividerne i benefici nella comunità 

Nel recente periodo di Lockdown e con il blocco conseguente dell’economia abbiamo visto il Governo centrale intervenire con una serie di misure di aiuto economico ad imprese e cittadini, per lo più interventi di tipo assistenziale. Nel Borgo Autentico di Biccari viene sperimentato un progetto complementare a sostegno dell’economia di prossimità, una valuta locale per stimolare i consumi, aumentare l’impatto degli aiuti economici e stimolare i cittadini ad essere parte attiva della comunità.


Ce ne parla Gianfilippo Mignogna, Sindaco di Biccari

Come è nata l’idea di adottare una valuta locale a Biccari?

Il progetto nasce da alcune considerazioni e dalle condizioni oggettive presenti nel Comune nel periodo del Lockdown, in primo luogo delle risorse a disposizione. C’era la volontà di aiutare soprattutto il comparto turistico, quindi ristoratori e gestori di PMI, ma anche chi gestisce attrattori nel nostro territorio come il Parco Avventura e gli alloggi alternativi, le Bubble Room o le case sugli alberi, situazioni abbastanza particolari qui in montagna.

Avevamo però a disposizione in bilancio somme insufficienti per concedere bonus di indennizzo che è stata un po’ la politica promossa a livello governativo centrale, i 500 Euro al mese per tutti. Noi con le risorse che avevamo non potevamo fare un intervento di questo tipo. 

In secondo luogo io ho sempre preferito tipi di intervento più generativi anzichè le distribuzioni a pioggia. Abbiamo quindi pensato che le poche risorse disponibili in questo momento potessero essere messe in circolo non per indennizzare una chiusura, ma per favorire una riapertura, da qui l’idea di attivare questa specie di moneta alternativa che si sostanzia in buoni sconto a favore di tutti i non residenti che vengono a Biccari per cenare, pernottare e intrattenersi con gli attrattori locali. 

Vogliamo parlare degli aspetti tecnici del BIC? Valore di cambio, modalità di accesso 

Il valore del cambio rispetto all’Euro è di uno ad uno, abbiamo stampato i tagli da 5, 10 e 20 BIC, spendibili per un valore fino a 5 euro a persona nei bar, fino a 10 euro a persona nei ristoranti e fino a 20 euro a persona nelle struttura ricettive. Potenzialmente durante un soggiorno a Biccari con pernottamento ogni persona all’interno di un nucleo famigliare può risparmiare 35 Euro.  

Anche questa è una scelta per incoraggiare l’arrivo di famiglie e gruppi numerosi. Biccari è destinazione frequente di un target di turisti che vogliono passare uno o due giorni in mezzo alla natura, la nostra è un’area ricca di boschi ed aree attrezzate, è una località molto adatta alle famiglie o ai gruppi di amici. 

In prima battuta solo i turisti possono richiedere i buoni in comune, una volta che vengono utilizzati, e quindi passano di mano al gestore del B&B o del pasticcere, questi soggetti possono decidere se fare la scelta più conservativa, quindi convertirli subito dopo in Comune, oppure decidere di farne continuare la circolazione, per aiutare chi gli sta accanto (ed es. il ristoratore va dal fruttivendolo e lo paga usando i BIC) così questi soldi iniziano a girare e ad aiutare tutti. 

L’idea non si limita all’aspetto del marketing territoriale o sostegno all’economia locale, ma vuole anche rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità. Il messaggio che passa vuole essere: aiutiamoci a vicenda, questo denaro che viene reso disponibile dal Comune facciamolo girare in modo da beneficiarne tutti. 

Quindi il turista è il soggetto che inietta nell’economia locale questa valuta. Per quali tipologie di turisti il BIC diventa un incentivo per venire a Biccari?

I Borghi non sono così conosciuti in quanto a destinazione turistica, sono una meta gettonata principalmente da chi abita nelle città limitrofe, Bari Foggia o province vicine della Campania e del Molise, ad una distanza di non oltre il paio d’ore d’auto; sono il luogo in cui andare a passare un paio di  giorni in mezzo alla natura, mangiando bene e facendo un certo tipo di esperienza.

Questo tipo di iniziativa è indirizzata in primo luogo al turista di prossimità e potenzialmente di ritorno, grazie anche ai legami affettivi che questo tipo di utenza frequentemente sviluppa nei confronti del nostro borgo.

Il turista che viene da lontano ha bisogno di altri incentivi per venire da noi, è anche un tema di destinazione. Noi siamo una destinazione piccola, non siamo molto conosciuti, abbiamo una capacità ricettiva limitata che va gestita con equilibrio. Proviamo a calibrare progetti che siano adatti alla nostra realtà e ai servizi che possiamo mettere a disposizione.

Questi turisti, che arrivano principalmente dalle città vicine, dalla nostra provincia e da tutta la regione, grazie a questi buoni ottengono sconti considerevoli, si parla di 10 euro a persona per pranzi e cene e 20 euro per i pernottamenti, quindi ad esempio, una famiglia che viene a Biccari a cenare risparmia 40 Euro, essendo cumulabili. Quindi si vuole dare un incentivo alle persone che arrivano, che come tutti noi in questo periodo hanno difficoltà nello spendere. 

Grazie al BIC e all’incentivo che costituisce, i nostri operatori recuperano il tempo di chiusura a causa del Lockdown lavorando di più, questo consente a nostro parere una ricaduta di altri effetti favorevoli, in quanto il turista che viene da noi per passare una serata o un paio di giorni, difficilmente spende solo per mangiare e dormire, ma compra anche altri beni, innescando un altro processo di stimolo dell’economia locale, e soprattutto si motiva il processo di incontro. 

Il turista che arriva da noi attratto dal buono conosce la nostra realtà, conosce il ristoratore, il Parco Avventura, il Bed & Breakfast, in genere da noi con il pubblico si creano relazioni di lunga durata che portano vantaggi nel futuro.

Volevamo creare occasioni per cui i nostri operatori, che sappiamo essere bravi, si potessero fare conoscere. Come sappiamo per un ristoratore farsi conoscere significa portare le persone a tavola, non ci sono altri mezzi.

Un’altra ricaduta interessante del progetto BIC è arrivata dal punto di vista comunicativo e pubblicitario, in quanto iniziativa originale e a suo modo risonante, ha fatto parlare molto del nostro Borgo portando ulteriore visibilità agli operatori economici che si vogliono sostenere.

In un momento in cui si cerca la destinazione di prossimità, si cerca il Borgo, si cerca il luogo in cui è possibile stare in sicurezza l’iniziativa ha funzionato bene.

Questi buoni, che si presentano come carta moneta, una volta richiesti dai turisti e incassati dagli operatori, possono essere riscattati in comune ad un rapporto di valore di 1 ad 1. Come avete comunicato agli altri operatori economici locali la vostra richiesta di mantenere i BIC in circolo e cercare di non riscattarli subito?

Quando abbiamo presentato il progetto è stata chiarita la necessità di una partecipazione attiva. Abbiamo chiesto agli operatori di favorire il circolo in paese dei BIC anche negli scambi commerciali tra residenti, quindi di non limitarsi al vantaggio immediato.

Se altri negozi di vicinato, artigiani ed esercenti locali accettano questi buoni come vera e propria valuta locale, il beneficio e lo stimolo sull’economia locale aumentano e vengono condivisi nella comunità, anzichè restare circoscritti ai soli ristoratori, albergatori e così via.

In tal modo i 10.000 Euro che abbiamo potuto come Amministrazione Comunale investire nell’iniziativa acquisiscono un valore di scambio molto maggiore.

Per fare un esempio, il ristoratore può andare dal barbiere e all’autolavaggio, e questi esercizi possono a loro volta utilizzarli per accedere a beni e servizi in territorio comunale, fino all’ultimo detentore che verrà in comune per convertirli in Euro.

Il BIC ha in questo modo un po’ l’effetto di una trasfusione di sangue: viene messo in circolo un mezzo di scambio artificioso che stimola e rafforza un’economia locale a rischio.

Sì esatto. Ho iniziato a riflettere su questo progetto quando durante il Lockdown il Governo ha stanziato i fondi a favore dei comuni per sostenere la cosiddetta emergenza alimentare. Tutti i comuni sono stati dotati di questi fondi per fare spesa.

A Biccari tra Stato e Regione sono arrivati circa 30.000 Euro, che abbiamo assegnato seguendo i criteri stabiliti dai Servizi Sociali a 70 famiglie.

Questo denaro è stato usato da queste famiglie per soddisfare un bisogno temporaneo, hanno fatto una spesa importante ma non hanno risolto nessuna criticità nel medio termine, sono famiglie che avevano un problema prima e lo avranno anche dopo l’emergenza Coronavirus. Inoltre gli esercenti locali, che hanno incassato questi fondi, hanno avuto un beneficio esclusivo anche grazie al fatto che non avevano concorrenza, a causa del divieto di uscire dai confini comunali.

I negozi hanno fatto buoni affari grazie a questo aiuto di tipo assistenziale dello Stato. Se i commercianti avessero utilizzato questi buoni in ulteriori scambi con altri operatori del paese, questo intervento sarebbe diventato di tipo generativo. Invece tutto si è limitato ad una sola transazione, dalla famiglia del paese al negoziante, il quale è subito venuto in Comune a riscattare i buoni in Euro, ponendo fine al processo.

Se anche solo una parte di questi buoni fossero stati usati per altri scambi avrebbero potuto generare economia nella comunità facendo lavorare anche altre attività.

Da questa serie di considerazioni ci è venuta l’idea di produrre una valuta locale, o meglio, dei buoni che fossero circolanti, anzichè finalizzati a generare una sola transazione.

Quindi un’idea per amplificare i benefici di questi aiuti pubblici e stimolare una partecipazione da parte dei cittadini di tipo proattivo.

Sì, esatto. Si aggiunge una seconda considerazione importante quando si parla di come distribuire fondi pubblici. É condiviso da tutti che le attività in maggiore bisogno di sostegno sono gli esercizi pubblici e le attività turistiche, in quanto sono state materialmente chiuse, ma occorre anche prendere atto del fatto che tante attività sono rimaste aperte ad incasso zero o prossimo allo zero. L’officina meccanica auto del paese era aperta, eppure non aveva nessun cliente perchè se gli automobilisti non circolano non hanno nemmeno bisogno di assistenza. Lo stesso per tante altre realtà.

L’idea è: attraverso l’ospite, aiutare tutti. Qui si tratta di una visione di fondo che è alla base dei Borghi Autentici e di tutte le iniziative che vengono promosse dall’Associazione, una convinzione fondamentale: ospitare fa bene.

Fa bene a chi viene ospitato, ma fa bene anche a chi ospita, perchè comunque è uno stimolo a migliorarti e a farti crescere, è un’occasione per fare arrivare nuove energie nei territori, economiche ma anche umane e di pensiero. Vedo che quando un paese riesce ad ospitare, trova al suo interno nuove occasioni e nuove energie, la comunità locale ne ha un effetto galvanizzante.

Questo per dire che anche l’adozione di una valuta locale come il BIC ha un significato ben preciso, non di chiusura rispetto a mondo esterno come si potrebbe pensare, piuttosto di apertura, per distribuirne i vantaggi localmente a livello di comunità. 

Valuta locale di Biccari - BIC

Valute locali in Italia sono state sperimentate in diversi casi. Vi siete ispirati ad esperienze già esistenti?

Sì. Abbiamo subito parlato delle fonti a cui ci siamo ispirati quando abbiamo presentato il progetto BIC, credo che quando una persona ha responsabilità amministrative debba anche far capire che arriva ad una determinata scelta studiando dei modelli.

Abbiamo infatti citato alcune esperienze di valute locali o monete complementari, in particolare abbiamo visto i Buoni di Solidarietà Territoriale, diffusi in Emilia Romagna, c’è un disegno di legge in Regione Puglia presentato al Consiglio Regionale da cui abbiamo preso qualche spunto tecnico e poi il Sardex, una valuta locale che in Sardegna ha un grande successo, circolando con frequenza 10 volte superiore all’Euro.

Abbiamo notato quanto il buono incoraggia la circolazione, mentre la moneta stimola più la conservazione, poi abbiamo anche approfondito gli studi e articoli di alcuni accademici, come il Prof. Massimo Amato della Bocconi di Milano. Abbiamo seguito anche una serie di pubblicazioni e articoli che sono usciti in grande quantità proprio durante il Lockdown, quando si dibatteva appunto sulla possibilità di sostituire ai puri indennizzi delle iniziative di stimolo all’economia.

Il tema non è solo quello di dare soldi alle persone, quello che la politica cerca normalmente di fare anche per una questione di consenso e di semplicità, ma anche e soprattutto quello di farli circolare.

Queste politiche di sostegno che sono state promosse negli ultimi anni, dal Reddito di Cittadinanza al bonus del Governo Renzi, in genere non hanno portato dei risultati rilevanti a livello economico perchè la gente comunque, in un clima di incertezza, tende a conservare, a risparmiare.

Per contro queste monete alternative incoraggiano lo scambio e la circolazione delle transazioni, perchè la gente sa che non ha senso accumulare questo tipo di valuta, che il valore sta nello scambio con servizi o beni che fanno girare un’economia.

Credo che sulla nostra piccola scala il progetto abbia un buon margine di successo, ma credo anche che si potrebbe indagare un’applicazione di questo principio su una scala più ampia. Potrebbe essere valutato come modo nuovo e diverso di distribuire degli aiuti economici. 

Il BIC è un’iniziativa pensata per restare all’interno della comunità di Biccari, per il futuro è ipotizzabile, anzichè il “BICCOIN”, un “BAICOIN” da utilizzare in tutti i Borghi Autentici?

L’Associazione dei Borghi Autentici ha una grandissima potenzialità. Non solo raccoglie le istanze dei Comuni, ma anche quelle delle comunità, a differenza di altre realtà che certificano la bellezza del borgo senza nessun interesse per la qualità della vita che vi è presente.   

Noi abbiamo un’idea di sviluppo dei Borghi, e quindi creare canali su cui sviluppare dei progetti innovativi è fondamentale. Estendere una moneta locale ai Borghi avrebbe bisogno di fare qualche investimento, di dotarsi di professionalità adeguate, perchè lavorare su una quantità di territori così ampia è difficile e richiede strumenti e strutture adeguati. 

Credo che la sfida dell’Associazione sia proprio questa: trovare modi per valorizzare i soci e i contenuti potenzialmente interessanti che ha in dote.

Nell’Associazione ci sono numerose ottime idee su cui investire in futuro, accomunate da una stessa idea di sviluppo, rese ancora più attuali dal periodo che abbiamo vissuto a causa del COVID 19 e dalle conseguenze che ci apprestiamo a vivere. 

Tutto quello che facciamo a Biccari entra a far parte del patrimonio comune dell’Associazione dei Borghi Autentici, come quello che viene fatto a Roseto Capo Spulico o a Melpignano. Un patrimonio che viene messo a disposizione degli altri comuni dell’Associazione.

Noi ad esempio abbiamo costituito la Cooperativa di Comunità di Biccari prendendo esempio da quella già esistente a Melpignano. L’idea di Cooperativa di Comunità è così diventata un patrimonio comune dei Borghi Autentici. Questo scambio tra l’Associazione ed i territori che ne fanno parte è molto proficuo.

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