Borghi in cammino: shock creativo e condivisione tra radici e futuro
Borghi in Cammino è un volume di Sandro Polci edito con il contributo dell’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia e l’Unione Montana dei Monti Azzurri. Si presenta in questo articolo un breve abstract del lavoro.
Ecco gli esiti parziali di un lavoro che propone un approccio olistico e resiliente per i borghi e i territori rurali, secondo una lettura misurabile e una policy perseguibile.
Il lavoro è partito da una indagine ideata per l’Associazione Borghi Autentici, arricchita da numerosi confronti e sviluppata poi con un ponderoso lavoro conoscitivo su solide basi statistiche, per individuare leve favorevoli per recuperare il gap di borghi e territori rurali rispetto alle grandi aree urbane.
Indice
In sintesi
Dialoghi introduttivi con: Fabrizio Barca, Maurizio Franzini, Rosanna Mazzia
”Verso una maggior interazione Urbano-Rurale”, Josep Acebillo
Sandro Polci
1. L’Indice della Felicità
2. Postcapitalismo e “Trickle-Up Economics
3. E il Territorio?
4. Una chiosa mediatica a futura memoria
5. Rural addict e cambiamenti globali
6. La dimensione economica
7. Per un approccio conoscitivo olistico
8. 2023. La dimensione olistica” Del P.I.B., “Performance Integrata del Benessere” ispirata al B.E.S.
9. Spopolamento, denatalità e Indice P.I.B.
10. I Driver della resilienza in Borghi e Territori
11. Crescita o Sviluppo?
12. Conclusioni?
Postfazioni: Giampiero Feliciotti, Roberto Gambassi
ABSTRACT
Come afferma Rem Koolaas, “In questo momento la campagna sta cambiando molto più rapidamente e radicalmente della città”. Perché? Le metropoli valgono il 3% della superficie terrestre ma vivono con l’80% delle ricchezze globalmente prodotte. Con costi gestionali proibitivi, calando le risorse, per molte il declino sarà ineluttabile. Intanto le nuove economie, grazie all’efficienza della rete globale, possono affrancarsi dalla localizzazione e vivere di conoscenza, innovazione e creatività.
L’Italia dei territori e dei borghi, il 70% del Paese, è più povera delle città (2.600 ghosttown, reddito di 18 milioni di abitanti inferiore del 35%) ma un “Approccioolistico” – ispirato al “Benessere Equo e Sostenibile” cioè non solo economico ma anche ambientale e sociale – ribalta le cose. La meticolosa analisi comunale presentata ne individua le leve principali molto utili anche per prefigurare un modello di sviluppo “dopovirale” concreto e desiderabile. Ad esempio è possibile intervenire con alcune leve strategiche:
Ripopolamento, diminuendo l’affollamento metropolitano, favorendo nascite e “inserimenti omeopatici” di nuovi cittadini. L’hardware è pronto: vi è 1 casa vuota ogni 2 occupate: con il solo 15%, 300mila nuovi cittadini invertirebbero il calo demografico e diraderebbero le aree più critiche antropizzate. Inoltre con il “Silver cohousing” – condivisione abitativa autonoma – tagliamo i costi residenziali e curiamo meglio gli anziani nelle loro case. Si ricordi che un mensile di “pensione sociale” è più basso dei costi di un giorno di ospedalizzazione!Le opere di adeguamento significherebbero 2 miliardi di euro nella rigenerazione e 30mila nuovi addetti. In prospettiva, la densità alpina e appenninica rischia di essere pari ad un terzo della media italiana. A chi afferma che un numero minore di abitanti sia comunque sufficiente – grazie a razionalizzazioni di spesa e progressi tecnologici – va ricordato che i nostri non sono solo borghi spopolati ma abitati da anziani”. Se fossero fiumi, dovrebbero avere un “minimo flusso vitale” per garantire l’integrità ecologica. Così va tutelata la vita sociale e le necessità intergenerazionali, motivo per cui servono giovani vitali per intraprendere.
Comunicare ovunque. Superamento del digital divide: “Servizi telematici e innovazione tecnologica”, con ricerca e creatività nei borghi e nelle campagne, liberando energie originali e inespresse, oltre la concentrazione metropolitana delle competenze, e con nuove “ibridazioni e vocazioni simbiotiche rurali”.Dalle “monadi borghigiane” fino all’“eremita interconnesso” che già oggi alimentano il pulviscolo imprenditoriale e artigianal/industriale del secondo paese manifatturiero d’Europa. Tale opportunità permetterebbe anche di aprirsi a nuove potenzialità: la ricerca e la creatività esercitate telematicamente anche nei borghi e nelle campagne, cioè in oltre il 70% del nostro Paese dove oggi avviene, se avviene, con grande difficoltà. In anni di massima centralità per creatività e cultura, ciò significherebbe, da un lato, liberare energie originali e inespresse, creativamente e imprenditorialmente. Dall’altro, andare oltre le presunte capacità salvifiche della concentrazione fisica delle competenze, tipicamente metropolitane, a favore di nuove ibridazioni e vocazioni simbiotiche rurali.
Accoglienza nuova. Un nuovo turismo “virus-sostenibile”a fronte delle realtà fino ad oggi turisticamente più apprezzate che incorreranno fatalmente in un grande rischio sistemico: dapprima la cancellazione delle specificità e dei tessuti sociali, senza i quali la risorsa dissolverà future capacità di attrazione, ed oggi l’inagibilità sanitaria. Traslare tale concetto alle grandi aree urbane può significare, citando J. Acebillo, che le città, figlie della transizione “dal post-fordismo alla globalizzazione”, non hanno adeguati paradigmi urbanistici e che la crisi del 2008 è stata crisi finanziaria ma anche urbanistica, secondo l’”incendiario” acronimo F.I.R.E.: Finance, Insurance, Real Estate, Enterprise. Ancor più oggi, dopo il Corona virus.
Nelle aree rurali, invece, con un miglior uso della ricettività – ad esempio passando semplicemente dall’attuale 18,2% a 21,9% medio italiano (ante virus) – si genererebbe lavoro buono, senza divenire “Overtourism”, grazie a natura, culture materiali e socialità dei Borghi. L’incremento inciderebbe fortemente sul benessere economico e sull’offerta di occupazione nei piccoli borghi. Gli ostacoli sono spesso additati nella qualità dell’offerta. Ma, posto che questa è a macchia di leopardo con eccellenze non rare o qualità diffusa negli esercizi recentemente avviati, la ruralità ha un numero elevato di variabili esogene, che possono aiutare ad innalzare la qualità dell’offerta (attrattività paesaggistica, sportiva, outdoor, culturale, enogastronomica). Dunque, un lavoro coordinato e non in ordine sparso è decisivo.Se ben utilizziamo i posti letto turistici secondo la media italiana, avremo 1,84 miliardi di euro di nuovo fatturato e 33 mila unità di lavoro.
Refrain. Era indispensabile uno shock creativo – oggi purtroppo maturato con la “tempesta virus”che comunque deve guardare al “buonvivere italiano” e forme nuove di Umanesimo “ambientalmente, socialmente, economicamente e “virus” sostenibile” alla maggioranza di cittadini in sofferenza e incapaci di affrontare le sfide più avanzate.
Per un benessere rurale condiviso, basato su economia circolare e dignità sociale, servono “Comunità rigenerative di produttori/utilizzatori diretti” cioè “community prosumer” che autoproducano sostentamento dignitoso attraverso l’uso di abitazioni esistenti e non onerose; l’autoproduzione di energie rinnovabili a km. zero fino ad essere “off gride”; prodotti agricoli e di filiera (se torniamo a utilizzare un quarto delle superfici coltivate abbandonate negli ultimi 20 anni, avremmo 125 mila nuove aziende agricole di 12 ha. accoglienza e ricettività, distribuita e di sistema, servizi alla persona e nuove opportunità/creatività telematiche. Infine, se la ricchezza dell’Italia è la bellezza, imparando a usarla nella comparazione con le buone pratiche internazionali, possiamo crescere del 50%.
Senza isolamento o “autarchie culturali e sociali” il “Community prosumer” potrà raggiungere debita qualità di vita attraverso le risorse attualmente percepite o ragionevolmente percepibili (pensioni sociali, lavori part-time, ecc.) e l’autoproduzione, garantita da una necessaria e illuminata strategia pubblica. Per “essere comunità”, capaci di “felicità condivise”, servono Borghi in cammino, verso realistiche vie di nuovo futuro (virtuoso e non solo virtuale).
L’abstract completo del volume “Borghi in cammino” è scaricabile in versione integrale a questo link
Borghi in cammino è una edizione Il lavoro editoriale